Long Covid: sintomi, durata e come riprendere le energie

20/04/2022 Primo piano, Salute

Sempre più persone guarite dal COVID-19 lamentano sintomi di lunga durata, il cosiddetto Long Covid: stanchezza, debolezza muscolare, disturbi del sonno, ansia e depressione sono i sintomi più comuni.

Questa sindrome post-Covid comprende diversi disturbi che sembrano colpire più della metà delle persone che hanno contratto il virus, indipendentemente dalla gravità dei sintomi riscontrati durante l'infezione. Non ci sono ancora certezze assolute sulle cause della permanenza dei sintomi, alcune ipotesi tuttavia suggeriscono che questi possano essere provocati dall'alterazione della disponibilità di ossigeno nel sangue a seguito del danno polmonare, ma questo non spiegherebbe come mai colpiscano anche pazienti che non sono andati incontro a polmonite.

Un'altra ipotesi è legata invece al modo in cui il virus si replica all'interno dell'organismo: il Covid-19 attacca le cellule e utilizza gli aminoacidi che costituiscono le proteine per creare nuove copie del virus di partenza. Questo causa importanti alterazioni alle cellule colpite, che perdono le proprie capacità metaboliche e funzionali e necessitano di tempo per tornare ad essere in grado di svolgere le proprie normali attività.

A questo proposito è bene ricordare che il Covid-19 attacca tutte le cellule del corpo: i sintomi sono prevalentemente polmonari perché, data la diffusione aerea del virus, il polmone è la prima struttura incontrata.

Indipendentemente dalle cause, i sintomi che durano anche dopo la guarigione dal Coronavirus non vanno presi sotto gamba perché un fisico indebolito è maggiormente propenso a ricadute a causa delle difese immunitarie più basse.

Come riprendersi dal long Covid

Dopo una malattia è normale sentirsi spossati, per questo il riposo è la prima cura! Moderare lo stress e le energie, dare il giusto tempo all'organismo per riprendersi ed evitare sforzi eccessivi sono i primi gesti necessari per una convalescenza più serena e rapida. Se si nota che la ripresa è troppo lenta e si soffre dei sintomi tipici delle sindrome post Covid, è importante sottoporsi ad una serie di esami specifici in grado di rilevare se si tratta effettivamente di long Covid.

Una volta accertata la diagnosi, si può intervenire andando a colmare le carenze provocate dal virus. Un'alimentazione ricca di frutta e verdura è utile per reintegrare liquidi, vitamine e sali minerali, inoltre bisogna privilegiare l'assunzione di proteine e aminoacidi per contrastare quelle "consumate" dal virus.

L'apporto di aminoacidi, in particolare, è davvero importante: il nostro corpo non è in grado di sintetizzare gli aminoacidi essenziali e per questo bisogna assumerli attraverso il cibo, il contenuto di aminoacidi non essenziali però può accumularsi nei reni, intasandoli e rendendoli meno efficienti. Rispetto ad una alimentazione iper-proteica è preferibile quindi, una miscela di aminoacidi essenziali specifici per gli esseri umani e altamente biodisponibile.

Per sostenere l'organismo non bisogna tralasciare le vitamine e i sali minerali, che ricoprono un'ampia gamma di funzioni all'interno dell'organismo e sono indispensabili per il corretto funzionamento delle cellule: regolano buona parte delle reazioni chimiche dell'organismo, incluse quelle energetiche all'interno delle cellule.

Le vitamine B in particolare sono implicate nella glicolisi e nel ciclo di Krebs, reazioni fondamentali per la produzione di energia. Altre, come la vitamina D e la vitamina C, rivestono un ruolo fondamentale nel sostegno alle difese immunitarie, mentre altre ancora svolgono un ruolo antiossidante protettivo dei confronti dei danni cellulari.

Anche integratori a base di estratti vegetali possono avere un'azione protettiva antiradicalica: ad esempio integratori a base di l'idrossitirosolo, un composto vegetale estratto dall'olio d'oliva che agisce come un potente antiossidante. Questa sostanza è ritenuta responsabile delle proprietà benefiche della dieta mediterranea ed è stato dimostrato come sia in grado di proteggere l'organismo dallo stress ossidativo.

Quali sono i sintomi da Long Covid? Quanto durano?

I sintomi possono permanere per diversi mesi dopo la guarigione e risultare molto debilitanti, anche per via della varietà e della diversa intensità con cui possono colpire:

  • Stanchezza: recenti studi dimostrano che questo sintomo è presente in circa l'80% dei pazienti colpiti dal Covid, alcuni hanno difficoltà persino nell'alzarsi dal letto o salire pochi gradini;
  • Fame d'aria (dispnea): la difficoltà respiratoria è presente in circa il 65% dei casi;
  • Dolori diffusi (anche al petto): circa nel 5% dei casi.

Anche la sfera psicologica sembra molto colpita dagli strascichi del Covid: un lungo isolamento forzato può influire sul benessere mentale con ansia, panico, insonnia e depressione.

I sintomi da long Covid non hanno una durata specifica. Possono manifestarsi da soli o in combinazione, possono essere temporanei o tornare ad intermittenza, possono anche rimanere costanti o cambiare nel tempo. Al momento non esiste una definizione completamente condivida da tutte le autorità in materia, ma in generale è possibile parlare di long Covid se i sintomi perdurano da almeno due mesi dalla guarigione e non possono essere spiegati con altre diagnosi.

Sindrome da Long Covid: come riconoscerlo nei bambini?

I sintomi della sindrome post-Covid nei bambini sono simili a quelli riscontati negli adulti:

  • Stanchezza;
  • Cefalea;
  • Disturbi del sonno;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Dolore addominale;
  • Mialgia;
  • Artralgia;
  • Dolore toracico persistente;
  • Mal di stomaco;
  • Diarrea;
  • Palpitazioni cardiache;
  • Lesioni cutanee;
  • Sintomi neuropsichiatrici.

Nei bambini non sembrano esserci conseguenze importanti a lungo termine sull'apparato respiratorio.

Long Covid e sintomi neurologici

Sebbene i sintomi da long Covid siano lievi nella grande maggioranza dei casi, in alcune circostanze gravi la malattia può colpire in maniera indiretta anche le strutture del cervello e del sistema nervoso, provocando disturbi neuromuscolari e problemi neurologici. Le cause sono ancora in parte sconosciute, dai primi studi però sembra che l'infezione da COVID-19 possa scatenare in persone predisposte lo sviluppo di malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.

Le manifestazioni neurologiche post-Covid possono inoltre comprendere:

  • Mal di testa persistenti;
  • Calo della concentrazione e della memoria;
  • Depressione;
  • Psicosi;
  • Encefalopatia;
  • Neuroinfiammazione.

Molte persone che sperimentano questi sintomi sono in salute, hanno meno di 50 anni e uno stile di vita sano, dal momento che inoltre il virus non sembra essere in grado di riuscire ad attaccare direttamente il cervello, le cause sembrano da ricercare nell'attivazione anomala del sistema immunitario e nell'infiammazione del sistema nervoso centrale.

Quando un agente infettivo aggredisce l'organismo, le cellule immunitarie producono citochine, sostanze che sostengono il sistema immunitario e provocano infiammazione, rendendo la zona inospitale agli organismi patogeni. Se le citochine vengono prodotte in quantità massiccia, è possibile che si inneschi l'attivazione di mediatori dell'infiammazione che possono aumentare la sensibilità dei recettori e indurre problemi cognitivi, addirittura allucinazioni o cambiamenti d'umore.

Alcune manifestazioni psicologiche che non possono essere ricondotte allo stress provocato dalla pandemia, possono essere effetti indotti dall'infiammazione del cervello: apatia, mancanza di energie mentali, pensieri ossessivi, forme depressive, insonnia, cambiamenti nell'appetito.

Senza inutili allarmismi, è bene essere informati sui sintomi possibili per non rischiare di sottovalutare il problema. 

Come superare i problemi psicologici

Se si manifestano complicanze psico-neurologiche nuove o in peggioramento è importante informare il medico per sottoporsi alle cure adeguate. Al di là dei sintomi neurologici legati al long Covid, è possibile che le conseguenze della pandemia abbia risvolti anche su chi non ha mai contratto il virus ma è rimasto comunque colpito da tutte quelle circostanze psico-sociali legate ad esso.

Riadattarsi alla normalità dopo un periodo di solitudine non è facile, così come affrontare tutti i cambiamenti quotidiani: non bisogna aver paura o vergogna di chiedere un supporto psicologico, per questo è consigliabile rivolgersi ad una figura specializzata qualora se ne senta il desiderio.

Per contrastare gli aspetti negativi dell'esperienza vissuta si consiglia di mantenersi in attività con dell'esercizio fisico moderato, una corsa o una passeggiata, e dedicare del tempo ad attività che ci fanno stare bene come leggere, cucinare, dipingere. Staccarsi temporaneamente da una realtà complicata può dare una nuova energia per affrontare ogni giorno con più serenità.

In caso si desiderasse ricorrere ad un aiuto naturale, alcuni estratti di erbe possono favorire il benessere mentale e il rilassamento: l'iperico per esempio possiede confermate proprietà antidepressive e ansiolitiche (non a caso rientra anche nella composizione di un vero e proprio farmaco contro le sindromi depressive di grado lieve e moderato).