Come eliminare piattole, scabbia e altri parassiti dell'uomo

15/03/2023 Primo piano

I parassiti sono organismi di vario tipo che dipendono da altri organismi per la loro sopravvivenza. Alcuni di questi parassiti sono di rilevante interesse perché possono colpire anche l'uomo e causare disturbi più o meno gravi e, in alcuni casi, anche la morte.

I principali parassiti che causano malattie nell'uomo possono essere:

  • Protozoi: microrganismi unicellulari che si annidano tipicamente nell'intestino e provocano gravi patologie come ad esempio malaria, toxoplasmosi e tricomoniasi;
  • Elminti: organismi pluricellulari a forma di verme che infettano tipicamente l'intestino;
  • Ectoparassiti: parassiti che vivono all'esterno dell'ospite, tipicamente sulla cute.

In questo articolo ci occuperemo dei parassiti più comuni, gli ectoparassiti.

Cosa sono gli ectoparassiti?

Gli ectoparassiti vivono sulla superficie esterna dell'ospite oppure in cavità accessibili con facilità, come naso, orecchie e bocca. Alcuni di questi ectoparassiti vivono comunemente sulla cute dell'uomo, ad esempio alcuni acari, senza causare alterazioni o danni.

Altri ectoparassiti, invece, sono di interesse sanitario perché possono causare con la loro infestazione vere e proprie patologie oppure perché possono trasmettere virus, batteri o altri parassiti causa di malattie. Gli ectoparassiti più noti nell'uomo appartengono al phylum degli Artropodi e sono pidocchi, zecche, pulci, piattole e acari della scabbia.

Come trattare ed eliminare i pidocchi

I pidocchi infestano la testa di adulti e bambini, aggrappandosi ai capelli e deponendo le uova molto rapidamente. Il contagio non dipende dall'igiene personale perché i pidocchi si trasmettono unicamente per contatto diretto: i bambini sono dunque più soggetti all'infestazione da pidocchi perché condividono spazi e oggetti tra loro, ad esempio nelle aule scolastiche.

Il trattamento dei pidocchi è facile, anche se è possibile incorrere in nuove infestazioni se non si seguono adeguatamente le precauzioni. Abbiamo ampiamente trattato l'argomento in diversi articoli, se vuoi combattere i pidocchi in modo efficace puoi leggere Come trattare ed eliminare i pidocchi oppure Pidocchi: sintomi, trattamento e prevenzione.

Come trattare ed eliminare le zecche

Le zecche sono aracnidi, come ragni e scorpioni, grandi però pochi millimetri, dal corpo ovale e otto zampe. Sono di colore rosso/marrone scuro (maschi) o grigiastro (femmine). Vivono in ambienti umidi e ricchi di vegetazione incolta, dove aspettano la vicinanza di un ospite per ancorarsi, mordere la pelle, e succhiare il sangue per nutrirsi.

Colpiscono in particolare durante la bella stagione (in inverno sono in letargo) e spesso il loro morso passa inosservato, perché indolore. Le zecche possono essere vettori di malattie anche molto gravi.

In caso di morso di zecca è bene rivolgersi al medico per estrarla il prima possibile nel modo adeguato: un'estrazione non corretta potrebbe portare la zecca a rigurgitare, favorendo così la trasmissione di possibili patogeni. È necessario avvisare il medico anche in caso di comparsa di un alone rossastro intorno al morso oppure altri sintomi come febbre, mal di testa, dolori articolari, debolezza, linfonodi ingrossati.

Come trattare ed eliminare le pulci

Le pulci sono piccoli insetti marroni o neri, senza ali, in grado di saltare agevolmente grazie alle loro tre paia di zampe e spostarsi così da un ospite all'altro. Possono infestare uccelli e mammiferi, compreso l'uomo, attaccandosi alla cute e nutrendosi del sangue dell'ospite. Le lesioni causate dalle pulci sono piccole e modeste, solitamente rispecchiano i movimenti effettuati dall'insetto e si trovano in gruppi di tre o quattro oppure disposte linearmente, più spesso nella parte inferiore del corpo (gambe, caviglie e piedi).

Anche se le lesioni in se non sono preoccupanti, le pulci possono essere veicolo di numerose infezioni: se ti sembra di riconoscere delle lesioni provocate da pulci rivolgiti immediatamente al medico.

Il dottore ti prescriverà appositi esami del sangue per rilevare la presenza di infezioni o patogeni pericolosi, inoltre potrebbe prescriverti una terapia farmacologica adeguata, antinfiammatori o antistaminici.

Come trattare ed eliminare le piattole dall'uomo

Le piattole, anche dette pidocchi del pube, sono dei piccoli insetti che possono contaminare le zone pelose del corpo umano (ad eccezione dei capelli e del cuoio capelluto). Colonizzano solitamente la zona genitale ma possono trovarsi anche su ascelle, gambe, busto, barba, baffi, ciglia e sopracciglia.

Il contagio avviene con il contatto fisico ravvicinato con una persona contaminata o un oggetto infetto. Le piattole non volano e non saltano per cui è necessario uno stretto contatto prolungato per infettarsi: solitamente si prendono le piattole attraverso i rapporti sessuali con persone infette e per questo l'infezione da piattole è considerata a tutti gli effetti come una malattia sessualmente trasmissibile, da cui il preservativo non è in grado di proteggere.

In rari casi è possibile contaminarsi entrando in contatto con oggetti infetti come lenzuola, asciugamani e gabinetti. Una volta sulla pelle, le piattole mordono per nutrirsi del sangue dell'ospite lasciando caratteristiche macchie bluastre (se si tratta di punture vecchie) o di sangue (se punture nuove).

Altri sintomi dell'infestazione da piattole sono l'intenso prurito, tracce di una polvere nera sugli indumenti intimi, infiammazione e irritazione dovute al grattamento.

Se pensi di avere le piattole rivolgiti subito al medico: una volta diagnosticata l'infestazione il trattamento è rapido grazie agli appositi insetticidi. Questi prodotti antiparassitari contro le piattole possono essere disponibili sotto forma di creme, lozioni e shampoo da utilizzare almeno per una settimana per debellare definitivamente le piattole.

Similmente a quanto bisogna fare per eliminare i pidocchi, anche per eliminare le piattole è necessario lavare con acqua calda ad almeno 50° C tutti gli indumenti, le lenzuola e gli oggetti per l'igiene personale. Necessario è inoltre anche mettere al corrente della situazione le persone che potrebbero essere state infettate come partner e familiari.

Come trattare ed eliminare gli acari della scabbia

La scabbia è una malattia della pelle causata da un acaro, il Sarcoptes scabiei. Questo acaro parassita penetra al di sotto della pelle e scava dei tunnel che utilizza come tane in cui deporre le sue uova. Lo scavare del parassita provoca intenso prurito e la comparsa di chiazze rosse in rilievo, vescicole e a volte, infezioni provocate dalla penetrazione di batteri nella cute lesa.

La trasmissione della scabbia avviene con un contatto diretto e prolungato con un individuo infestato oppure, molto più raramente, attraverso l'uso di prodotti contaminati come lenzuola, asciugamani o indumenti.

La scabbia non è data dalla scarsa igiene e può colpire chiunque, bisogna tuttavia prestare particolare attenzione quando si visitano luoghi in cui la patologia è endemica oppure in cui le condizioni igienico-sanitarie sono scarse. I sintomi della scabbia compaiono dopo un periodo di incubazione di circa tre settimane e consistono nella comparsa di un'eruzione cutanea costituita da papule e da un prurito diffuso.

Possono inoltre comparire sulla pelle piccole tracce grigiastre lineari e ondulate, i segni delle gallerie scavate dall'acaro. In caso di scabbia è fondamentale rivolgersi al medico che prescriverà i farmaci scabicidi da assumere per via orale o da applicare sulla pelle. A seconda del quadro clinico possono inoltre essere somministrati antibiotici, antistaminici o creme emollienti per dare sollievo dal prurito.

È inoltre necessario che venga effettuata una adeguata disinfezione degli ambienti e del vestiario con alte temperature o insettici appostivi, mentre il malato viene trattato con apposita terapia e isolato per almeno 24 ore: la scabbia è una malattia soggetta a notifica obbligatoria, verrà dunque effettuata un'indagine a cura delle autorità sanitarie per risalire alla fonte del contagio e accertare lo stato di salute anche alle persone con cui si è avuto un contatto.