Vitamina D in inverno: perché è importante assumerla

calendar_month 06/02/2024 - Pubblicato in  Primo piano

La carenza di vitamina D è una condizione per cui la quantità di questa vitamina nell'organismo è insufficiente e si può verificare soprattutto in inverno dato che le luce di sole sono ridotte.

Dal momento che i medici, solitamente, non prescrivono controlli regolari di questa vitamina e che potrebbero non esserci sintomi, è possibile che la carenza di vitamina D non venga riconosciuta.

Vitamina D: a cosa serve?

La vitamina D è importante perché aiuta il corpo ad assorbire calcio e fosforo, che sono importanti per la salute delle ossa, dei denti e dei muscoli.

Quando una persona ha carenza di vitamina D, non riesce ad assorbire bene il calcio assunto attraverso l'alimentazione e questo può portare a deformità ossee come il rachitismo nei bambini e al dolore osseo causato da una condizione chiamata osteomalacia negli adulti.

Come assumerla

Le persone in genere ottengono abbastanza vitamina D dall'esposizione al sole: quando la luce solare colpisce la pelle, la radiazione ultravioletta viene convertita in vitamina D. È importante notare che i livelli cosiddetti “normali” di vitamina D sono stati in gran parte determinati nelle popolazioni caucasiche e, ad esempio, gli afroamericani tendono ad avere livelli più bassi di vitamina D.

La diagnosi di carenza di vitamina D si ottiene con il test di dosaggio del 25-OH-D (25-idrossicalciferolo o calcidiolo), la forma in cui la vitamina D circola nel sangue, a partire da un campione di sangue.

Per una diagnosi più precisa, però, è possibile che vengano richiesti anche altri fattori, come i livelli di ormone paratiroideo nel sangue e i livelli di calcio nel sangue e nelle urine.

Vitamina D bassa: cosa mangiare?

Dalla fine di marzo fino alla fine di settembre, la maggior parte delle persone dovrebbe essere in grado di produrre tutta la vitamina D di cui ha bisogno con l'esposizione alla luce solare.

Nei mesi più bui, tra ottobre e marzo, non riceviamo abbastanza radiazione solare per produrre una quantità sufficiente di vitamina e quindi potrebbe essere utile assumere in quantità più abbondante quegli alimenti che la contengono, quali:

  • pesce azzurro, come salmone, sardine, aringhe e sgombro;
  • carne rossa;
  • fegato;
  • tuorli d'uovo;
  • alimenti fortificati, come alcuni cereali per la colazione.

Come avrai notato, tutti i cibi naturalmente ricchi di vitamina D sono di origine animale ad esclusione degli alimenti fortificati.

Nel mondo vegetale gli unici cibi ricchi di vitamina D sono i funghi che la sintetizzano a partire dall'esposizione solare e in forma diversa rispetto a quella sintetizzata dall'organismo umano, D2 anziché D3.

In misura minore, la vitamina D è contenuta anche nelle verdure a foglia verde come spinacibroccolicavolo nero e cicoria mentre non esiste frutta che contenga vitamina D.

Vitamina D: come integrarla

Mangiare più cibi ricchi di vitamina D di solito non è sufficiente per correggerne la carenza quindi è probabile che il medico consigli un trattamento con integratori. Il dosaggio di vitamina D raccomandato dai medici può variare a seconda della gravità, dell’età, del peso e della gravidanza o dell’allattamento.

È disponibile sia come farmaco sotto prescrizione che come integratore alimentare, ed è possibile che alcune dosi vengano somministrate settimanalmente anziché giornalmente. Rivolgiti sempre al tuo medico per un consiglio personalizzato in base al tuo stato di salute.

Per integrare la vitamina D puoi ricorrere a:

  • integratori di vitamina D2 (ergocalciferolo), derivati da una fonte vegetale;
  • integratori di vitamina D3 (colecalciferolo), di origine animale;
  • calcidiolo, un farmaco di vitamina D3 che può essere prescritto quando un individuo ha una condizione di salute che porta al malassorbimento, come la fibrosi cistica o la celiachia.

È anche importante assicurarsi di consumare abbastanza calcio perché in caso di carenza di vitamina D può aiutare a ridurre il rischio di fratture. Al contrario però, con adeguati livelli di vitamina D e inadeguati livelli di Calcio non si può evitare il rischio di fratture.

Vitamina D bassa: le cause

La carenza di Vitamina D può essere causata da uno dei seguenti fattori:

  • esposizione insufficiente alla luce solare;
  • pigmento della pelle più scuro;
  • malnutrizione;
  • insufficienza renale o epatica, che impedisce al corpo di elaborare adeguatamente la vitamina D;
  • alcuni farmaci;
  • alcuni tipi di cancro, come il linfoma;
  • una storia familiare di carenza di vitamina D o rachitismo infantile.

Alcune persone hanno condizioni di salute che rendono difficile l’assorbimento della vitamina D, tra cui:

  • malattia infiammatoria intestinale (morbo di Crohn o colite ulcerosa);
  • celiachia;
  • fibrosi cistica;
  • persone che hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica per la perdita di peso;
  • persone a cui sono state rimosse sezioni dell’intestino tenue (resezione);
  • una condizione che colpisce il pancreas, come l'insufficienza pancreatica esocrina.

Vitamina D bassa: quali sono i sintomi?

La maggior parte delle persone con carenza di vitamina D non nota alcun sintomo mentre alcuni potrebbero notare sintomi vaghi riconducibili a diverse condizioni.

In questa condizione, potrebbe aumentare il rischio di dolore osseo, fratture ossee, dolore muscolare e debolezza muscolare. Negli anziani, una grave carenza di questa vitamina (livelli inferiori a 10 ng/ml) può contribuire ad un aumento del rischio di cadute.

Tra i possibili sintomi di un basso livello di vitamina D ci sono:

  • dolore muscolare;
  • dolore osseo;
  • maggiore sensibilità al dolore;
  • una sensazione di formicolio, di “spilli e aghi” nelle mani o nei piedi;
  • debolezza muscolare nelle parti del corpo vicino al tronco, come la parte superiore delle braccia o le cosce;
  • ondeggiamento mentre si cammina, a causa della debolezza muscolare dei fianchi o delle gambe;
  • una storia di fratture frequenti;
  • spasmi o tremori muscolari.

Secondo ricerche recenti, bassi livelli di vitamina D sono associati anche ad un aumento dei sintomi di depressione, ansia, disturbi della pelle come psoriasi e dermatite atopica, occhio secco e sintomi neurologici.

 
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