Allergia e intolleranza al latte: sintomi e trattamento

06/03/2023 Primo piano

Le coliche dei neonati sono spesso il cruccio delle mamme e dei papà, perché si accompagnano spesso a insonnia, sofferenza e pianti disperati.

Una colica è una contrazione dei muscoli dovuta alla presenza di calcoli o infiammazioni, che possono essere dovute per esempio alle intolleranze alimentari. Nei neonati si manifesta solitamente con un pianto intenso e senza tregua, riconoscibile dalla cosiddetta "regola del 3": il bambino piange più di tre ore al giorno, più di tre giorni alla settimana, più di tre settimane di seguito.

Solitamente il pianto ininterrotto è accompagnato dalla posizione delle gambe portate verso il ventre e dai pugni stretti. Le coliche sono frequenti nei bambini dalle prime settimane di vita fino ai quattro o cinque mesi, perché gli organi sono ancora in fase di sviluppo e l'apparato digerente potrebbe gestire con difficoltà l'aria ingerita (coliche gassose). Quando invece queste sono causate dall'intolleranza al latte è possibile ricorrere ad apposite formulazioni di latte anti-colica: cioè latte artificiale formulato per curare e prevenire le coliche gassose.

Latte artificiale anti-colica per bambini: quali sono i migliori?

Questi latti possono contenere poco o zero lattosio, oppure essere addizionati di fermenti lattici o contenere proteine parzialmente idrolizzate in modo da favorire la digestione. Sia che si tratti di latte liquido o che sia in polvere è bene non cambiare troppo spesso il tipo di latte e rispettare le indicazioni del pediatra.

Inoltre non dimenticare che l'assunzione di latte artificiale favorisce la stipsi (stitichezza) nei neonati perché la sua digestione può essere più difficile rispetto a quella del latte materno: segui attentamente le istruzioni sulla confezione e rispetta la diluizione indicata, per evitare la disidratazione del bambino e di conseguenza delle feci.

Allergia al latte: quali sono i sintomi?

L'allergia al latte è più precisamente definita come allergia alle proteine ​​del latte ed è l'allergia alimentare più comune nei neonati. Cosa significa però essere allergici alle proteine del latte?

Quando viene innescata una reazione allergica, il sistema immunitario percepisce le proteine del latte (di solito la la beta-lattoglobulina) come materiale estraneo e crea anticorpi per combatterle, innescando il rilascio di sostanze chimiche come l'istamina. Il bambino che sta avendo una reazione allergica può diventare irritabile e può sembrare inconsolabile per via dei sintomi molto fastidiosi che insorgono dopo l'assunzione del latte:

  • Diarrea;
  • Infiammazione allo stomaco;
  • Crampi;
  • Vomito o rigurgiti eccessivi;
  • Sangue nelle feci.

Molto raramente può verificarsi una situazione d'emergenza chiamata anafilassi che richiede cure mediche immediate a un'iniezione di adrenalina.

Anche se solitamente i sintomi insorgono nelle prime settimane dopo la nascita del bambino, può anche capitare che si verifichino mesi dopo perché il corpo del neonato può impiegare del tempo per reagire all'esposizione alle proteine.

Trattamento dell'allergia alle proteine del latte

I neo genitori possono spaventarsi molto a causa di questi sintomi, anche se una volta scoperta la causa sono facili da trattare. I sintomi dell'allergia alle proteine del latte possono essere curati, se lievi, con la somministrazione di antistaminici (sempre secondo il giusto dosaggio consigliato dal medico), mentre in casi più gravi, come l’anafilassi, può essere necessaria un’iniezione di adrenalina.

Le reazioni allergiche sono molto pericolose, specialmente nei bambini piccoli, per questo è consigliabile escludere completamente tutti i latticini dalla dieta del bambino e della madre in allattamento e ricorrere a prodotti alternativi, secondo le indicazioni del pediatra. Solitamente le indicazioni del medico prevedono la somministrazione di una formula ipoallergenica (idrolizzata) o una a base di aminoacidi e se il tuo bambino assume latte in polvere tradizionale, il passaggio a una di queste alternative dovrebbe migliorare i suoi disturbi dopo circa due settimane.

Nei casi più gravi è addirittura possibile che venga interrotta del tutto l'alimentazione in favore della somministrazione di nutrimento per via endovenosa fino a quando non è sicuro reintrodurre lentamente latte artificiale specifico o latte materno libero dall'assunzione di proteine del latte.

Come capire se si è allergici alle proteine del latte?

Per diagnosticare l'allergia alle proteine del latte è possibile che il medico prescriva l'esecuzione di analisi del sangue specifiche per ricercare i segni di allergia nel sistema del bambino. Particolare attenzione va prestata in caso di familiarità per questa o altre forme allergiche: in questo caso si consiglia cautela nella somministrazione di latti diversi da quello materno. Altri fattori di rischio possono essere l'età oppure l'allattamento artificiale (l'allergia al latte materno è molto rara).

La conferma dell'allergia si avrà probabilmente attraverso l'eliminazione degli alimenti incriminati: se stai allattando al seno, dovrai smettere di consumare prodotti che contengono latticini. Ad ogni modo una bassa percentuale di bambini continua ad avere problemi con le proteine ​​del latte a lungo termine, mentre la maggior parte supera la condizione quando raggiungono i 18 mesi o i due anni e l'allergia alle proteine del latte negli adulti si manifesta difficilmente perché la tolleranza verso questi allergeni migliora notevolmente con l'età.

Se pensi che il tuo bambino possa avere un'allergia alle proteine ​​del latte, è importante cercare un trattamento il prima possibile per evitare gravi complicazioni in seguito.

I sintomi dell'intolleranza al lattosio

I disturbi addominali del bambino (mal di pancia, coliche, vomito e diarrea) non significano necessariamente che abbia un'allergia al latte; potrebbe infatti trattarsi di intolleranza (o sensibilità) al lattosio. Le sensibilità ai latticini o alla soia, per esempio, sono più comuni di una vera e propria allergia al latte, anche se possono mostrare gli stessi sintomi, come irritabilità e piccole macchie di sangue nelle feci.

L'intolleranza al lattosio, in particolare, è dovuta alla mancanza totale o parziale dell'enzima lattasi, necessario per la digestione del lattosio. Nello specifico questo enzima è necessario per separare i due zuccheri semplici che compongono il lattosio e sono più facilmente assimilabili: il lattosio arriva dunque integro nell'intestino e, attaccato dalla flora batterica, porta alla formazione di gas che portano i fastidiosi sintomi di questa intolleranza.

La mancanza dell'enzima lattasi dalla nascita (deficit congenito) è piuttosto raro, più comuni sono invece i deficit primari e secondari. Nel deficit primario l'enzima lattasi cala dalla nascita fino ad una totale mancanza, manifestando i sintomi dai 6-7 anni fino all'età adulta. Nel deficit secondario la produzione dell'enzima è compromessa da alcune patologie, solitamente per periodi brevi (3-4 mesi).

I sintomi di intolleranza al lattosio sono diversi in base all'individuo e al deficit di lattasi, e compaiono dopo l'ingestione di alimenti che lo contengono a partire da mezz'ora entro circa due ore. I più frequenti sono:

  • Crampi addominali;
  • Dolori allo stomaco;
  • Gonfiore;
  • Flatulenza;
  • Diarrea;
  • Meteorismo;
  • Nausea o vomito.

Breath Test per l'intolleranza al lattosio

La diagnosi di intolleranza al lattosio è solitamente semplice: il Breath Test è un esame semplice e senza effetti collaterali. Dopo aver somministrato per via orale una determinata dose di lattosio, si rileva la quantità di idrogeno espirato dal paziente attraverso un apposito respiratore tenuto sulla bocca: dal momento che il lattosio non scisso ha come effetto un aumento eccessivo di gas è possibile rilevare il grado di intolleranza.

Cosa fare in caso di intolleranza al lattosio

Una volta ottenuta la diagnosi il trattamento dell'intolleranza è facile: è sufficiente passare a latte in polvere senza lattosio oppure, secondo le indicazioni del medico, evitare l'assunzione di latticini da parte della mamma se sta allattando e passare invece all'assunzione di prodotti sostitutivi. Ad esempio bevande vegetali o latte delattosato, artificialmente addizionato con l'enzima lattasi in modo da favorire la corretta digestione.

Nel caso del bambino va posta un'attenzione particolare alla crescita e all'apporto di calcio in caso di esclusione totale dei derivati del latte dalla dieta.