Intolleranza al glutine e al lattosio: quali integratori possono aiutare davvero?

09/03/2022 Primo piano, Salute

Le vitamine sono un gruppo di micronutrienti essenziali per la vita degli animali, compreso l'uomo, ma anche dei vegetali. Nell'ambito della nutrizione possiamo distinguere tra macronutrienti (proteine, lipidi e carboidrati) che hanno la funzione di produrre energia per l'organismo, e micronutrienti che invece sono assunti in quantità piccolissime, sempre attraverso l'alimentazione, e ricoprono funzioni di importanza fondamentale, come:

  • Sviluppo dell'organismo;
  • Bioregolazione;
  • Precursori o costituenti degli enzimi.

Visto il loro grande valore nutrizionale, l'apporto delle vitamine dovrebbe essere costante per scongiurare il pericolo di carenze vitaminiche. Diete non equilibrate possono causare una ridotta assunzione di micronutrienti, con conseguenti disturbi e malattie dovute alla loro carenza: per questo motivo, per i micronutrienti è stata definita una RDA (Recommended Daily Allowance), o razione giornaliera raccomandata.

Ignorare le razioni raccomandate può portare a deficit vitaminico o in eccessi nutrizionali: la carenza totale o quasi di vitamine (avitaminiosi) oppure una carenza parziale (ipovitaminosi) possono essere causate da diete eccessivamente monotone, cause genetiche o anche dalla gravidanza (un periodo che comporta un aumentato fabbisogno), stati di eccesso di vitamine possono determinare reazioni di tossicità (ipervitaminosi).

Alcune diete particolarmente restrittive possono provocare carenza di alcune vitamine, come al esempio regimi alimentari vegetariani, vegani, crudisti o rigide diete dimagranti. Altre esigenze nutrizionali, come allergie e intolleranze possono portare ad escludere completamente alcuni alimenti dal proprio menù, sottraendo preziose vitamine al nostro organismo.

Intolleranza al lattosio e vitamina D: cosa fare?

L'intolleranza al lattosio, dovuta alla mancanza o alla carenza dell'enzima lattasi intestinale, impedisce di digerire il lattosio, cioè lo zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati. È importante considerare che la maggior parte degli adulti (circa il 65-70% della popolazione mondiale) è intollerante al lattosio: i mammiferi infatti perdono la capacità di digerire questo zucchero dopo lo svezzamento.

Alle persone intolleranti, specialmente in caso di aumentato fabbisogno (gravidanza, menopausa, crescita) si consiglia l'assunzione di altri alimenti naturalmente ricchi di vitamina D (come le uova, per esempio), ma anche di cibi arricchiti o di integratori per l'intestino e per lo stomaco, anche multivitaminici, formulati per garantire un apporto bilanciato di micronutrienti. È possibile inoltre non dover rinunciare al gusto del latte attraverso l'assunzione di integratori che migliorano la digeribilità del lattosio.

La persistenza dell'enzima lattasi si è evoluta in diverse popolazioni in seguito all'addomesticamento degli animali da latte circa diecimila anni fa e per questo ad oggi la tolleranza al lattosio varia ampiamente a seconda delle regioni e dei gruppi etnici.

In caso di presenza di intolleranza, l'ingestione del lattosio stimola nel giro di mezz'ora/due ore reazioni avverse non allergiche come gonfiore addominale, crampi, flatulenza, diarrea, nausea, borborigmi e vomito (in particolare negli adolescenti).

Anche se esistono diverse forme di intolleranza al lattosio, la terapia è sempre costituita generalmente dall'esclusione o riduzione di latte, derivati e prodotti contenenti lattosio occulto (come ingredienti e additivi), che si possono volendo sostituire con prodotti delattosati e fermentati (naturalmente privi di lattosio). In seguito la terapia prevede solitamente che si cerchi di aumentare l'apporto di lattosio progressivamente, per stimolare la produzione di lattasi.

Le linee guida per la salute, però, prevedono l'assunzione di 1-3 porzioni giornaliere da 125 milllitri per latte e yogurt e 1-2 settimanali da 100 grammi di formaggio fresco o 50 grammi di formaggio stagionato alla settimana. Come conciliarle con l'intolleranza al lattosio?

Rinunciare a questi alimenti è sconsigliato, poiché latte e i latticini sono molto importanti per l'apporto di calcio e vitamina D che possono fornire al nostro organismo. In particolare la vitamina D è fondamentale per l'assorbimento del calcio a livello intestinale, favorisce la crescita e l'allungamento delle ossa, il buon funzionamento dei nervi e aiuta il corpo a scongiurare virus e batteri.

Celiachia, intolleranza al glutine: gli integratori da scegliere

L'intolleranza al glutine è una condizione in cui l'intestino tenue si infiamma a causa di una reazione del sistema immunitario innescata appunto dal glutine, una proteina presente in diversi cereali.

I sintomi tipici dell'intolleranza al glutine (la celiachia) possono insorgere a qualunque età nelle persone geneticamente predisposte e sono solitamente:

  • Dolore e disagio del tratto digestivo;
  • Costipazione cronica o diarrea (a volte alternati);
  • Difetto della crescita nei bambini;
  • Anemia;
  • Stanchezza.

I sintomi possono inoltre essere assenti o marginali, o manifestarsi in altri organi e distretti dell'organismo, complicando la diagnosi. Il problema della celiachia però è fondamentalmente la reazione provocata sulla mucosa dell'intestino tenue con edema e atrofia dei villi intestinali che, accorciati e annientati, non sono più in grado di assorbire i nutrienti alimentari, riducendo così l'apporto di molte sostanze nutrizionali essenziali.

A causa di ciò l'intolleranza al glutine può facilmente determinare l'insorgenza di alcune carenze di vitamine, proprio perché l'intestino tenue non è più in grado di assorbirle.

Oltre ad evitare gli alimenti contenenti glutine, se si assumono integratori è necessario assicurarsi che su essi sia presente la dicitura "senza glutine". Gli integratori alimentari non sono infatti tutelati da norme specifiche per disciplinare il contenuto di glutine o amido di frumento: queste sostanze a rischio per le persone con celiachia possono scatenare la reazione immunitaria e causare sintomi spiacevoli.

Il claim "senza glutine" presente sulla confezione assicura che la quantità di glutine sia inferiore a 20 ppm (20 mg/kg), sicura anche per i consumatori celiaci. Gli integratori senza glutine nascono proprio dall'esigenza di rispondere al crescente bisogno di prodotti privi di glutine da parte di chi soffre di celiachia ma anche persone con sensibilità al glutine o che decidono di eliminarlo dalla propria alimentazione.